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Le vasche di compensazione rappresentano il secondo elemento dell'impianto irriguo: esse permettono da una parte di accumulare una sufficiente quantità di acqua per poter  soccombere alle maggiori richieste che si verificano in alcuni momenti della giornata, dall'altra di poter regolare la pressione dell'acqua all'interno delle condotte forzate. Inoltre le vasche, in caso di incendio, vengono utilizzate come serbatoi per fornire acqua a vigili del fuoco, guardia forestale, ecc.

Le vasche di Compensazione sono dislogate in punti strategici del comprensorio irriguo in modo che la pressione all'interno delle condotte forzate sia contenuta entro intervalli prestabiliti.

Attualmente il consorzio dispone di 8 vasche di compensazione (anche se 2 sono attualmente inutilizzate). Le vasche sono progettate per riempirsi e svuotarsi in maniera autonoma e sequenziale. Ogni vasca, infatti, dispone di un galleggiante che, a vasca piena, chiude l'acqua in ingresso.

Il funzionamento del galleggiante è rappresentato nelle figure seguenti e può essere descritto come segue:

quando la vasca è vuota il galleggiante sarà completamente aperto e, quindi, tutta l'acqua proveniente dalla condotta confluirà nella vasca:

Man mano che la vasca si riempe e il livello dell'acqua sale, vedi le due figure sotto, il galleggiante inizierà a diminuire, gradualmente, la quantità di acqua che confluisce nella vasca:

Quando il livello dell'acqua raggiunge la quota massima, il galleggiante ferma completamente l'acqua in ingresso alla vasca, come mostrato nella figura sotto:

La foto seguente, scattata durante un ciclo di manutenzione del galleggiante, mostra il dettaglio delle fessure triangolari da cui fuoriesce l'acqua:

Il galleggiante è dotato anche di un dispositivo di sicurezza, il "Troppo Pieno", che, in caso di malfunzionamento del galleggiante (blocchi, rottura delle guarnizioni, eventi imprevisti, ecc.), provvede a far confluire l'acqua in eccesso in un apposito canale di scarico. le figure in basso mostrano tale situazione:

La foto seguente, scattata durante un funzionamento anomalo di un galleggiante, mostra la cascata di acqua che si riversa nel canale di scarico:

Ogni vasca è dotata del suo galleggiante che ne controlla il livello l'acqua. Essendo le vasche collegate in cascata il relativo riempimento segue la logica che: "La prima a riempirsi sarà l'ulitima a svuotarsi".


Infatti, come visibile nello schema a blocchi sopra riportato, ipotizzando che tutte le vasche siano completamente vuote e che, quindi, tutti i galleggianti siano completamente aperti, alimentando l'impianto tutta l'acqua attraverserà la prima vasca, la seconda e così via fino all'ultima.
L'acqua che raggiunge l'ultima vasca, non potendo defluire altrove inizierà a riempirla. Quando la vasca sarà completamente piena il galleggiante sarà completamente chiuso e, quindi, la penultima vasca inizierà a riempirsi e così via fino alla prima.
Supponendo che dall'ultima vasca si incomincia a prelevare dell'acqua, appena il livello della stessa inizierà a scendere si aprirà il galleggiante, che preleverà acqua dalla vasca precedente fin quando il livello dell'acqua non avrà raggiunto la quota massima. Tale meccanismo si ripete per ogni vasca, fino alla prima.

Anche se estremamente semplice il sistema è altamente efficiente, autonomo e autoregolante, infatti si riesce a utilizzare tutta l'acqua prelevata dal fiume per l'irrigazione.

Altro ruolo fondamentale delle vasche di compensazione è la regolazione della pressione dell'acqua all'interno delle adduttrici principali.

L'opera di presa, infatti, si trova a una quota di circa 280 metri sul livello del mare, l'ultima vasca, invece, a una quota di circa 220 metri: senza interruzioni intermedie, la pressione dell'acqua all'interno della condotta in prossimità dell'ultima vasca sarebbe di ben 6 atm (280 - 220 = 60 m = 6 atm).

Una pressione così alta creerebbe notevoli problemi e costi di progettazione, realizzazione e manutenzione delle condotte. Inoltre, le bocchette da cui viene prelevata l'acqua per l'irrigazione si trovano a quote di svariati metri più basse rispetto alle vasche, aumentando ulteriormente la pressione al loro interno.

La presenza delle vasche con galleggiante permette di "spezzare" condotta e pressione in tratti più brevi.

Il disegno seguente rappresenta lo schema idraulico dell'impianto iriguo del consorzio. In particolare sono evidenziate:

  • in rosso le varie opere quali vasche, serbatoi, torrini, ecc., con relative indicazioni;
  • in blu le adduttrici principali che alimentano tutte le vasche;
  • in celeste i corsi d'acqua, fiumi, ecc.

Dagli schemi sopra riportati sono evidenti alcuni fattori:

  • la notevole estensione dell'impianto irriguo (oltre 26 km di condotta adduttrice);
  • le innumerevoli opere presenti all'interno del comprensorio;
  • Il meticoloso studio del posizionamento dei serbatoi che consente, oltre al corretto funzionamento dell'impianto, la regolazione delle pressioni all'interno delle condotte adduttrici principali e l'adeguata pressione alla minicentrale idroelettrica, che seppur a pochi chilometri dall'opera di presa, si trova a una quota più bassa di oltre 35 m, consentendo il funzionamento ottimale della minicentrale stessa.

Fondato il 21 giugno 1928 (vedi scansione documento originale del Re Vittorio Emanuele III) il “Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro” ha sempre dedicato ogni sua risorsa finanziaria ed umana alla bonifica del proprio territorio di competenza realizzando opere che di fatto hanno radicalmente modificato il territorio consentendo un più agevole utilizzo di ogni risorsa agricola, urbana e industriale.

All’atto della sua creazione il consorzio si estendeva su un territorio di 6.237 ettari che comprendevano parte dei territori di 5 Comuni, appartenenti alla provincia di Isernia e Caserta.

Successivamente, con D.R. 344 del 03 novembre 2008, i limiti del Consorzio sono stati estesi a ulteriori 5 comuni della provincia di Isernia, raggiungendo una estensione di ben 10.509 ettari, così suddivisi:

Comune di Venafro ha 2.936
Comune di Pozzilli ha 1.619
Comune di Sesto Campano ha 1.391
Comune di Montaquila ha 833
Comune di Colli al Volturno ha 683
Comune di Fornelli ha 486
Comune di Isernia ha 642
Comune di Macchia d’Isernia ha 1.130
Comune di Monteroduni ha 682
Comune di Capriati al Volturno ha 106

Totale:

ha

10.509

 

Le opere realizzate dal consorzio alle quali viene effettuata costantemente manutenzione e verifica posso essere suddivise nelle seguenti macrocategorie:

  • • Impianto Irriguo;
  • • Colatori;
  • • Strade;
  • • Vasca di Laminazione;
  • • Minicentrale Idroelettrica.

 

impiantoL’”Impianto Irriguo”, attualmente funzionante a condotte forzate, viene alimentato dal fiume Volturno tramite l’”Opera di Presa” situata a Colli a Volturno (IS) e serve una superficie di circa 4.300 ettari. Lo stesso è composto da 7 “Vasche di Compensazione” collegate tramite adduttrici principali che garantiscono una portata di 1,870 m3/s

L’impianto a condotte forzate è una evoluzione del precedente impianto funzionante a “Canalette” ormai in disuso per svariati motivi tra i quali:

  • • Inefficienza (l’acqua non utilizzata non poteva essere accumulata);
  • • Limitato controllo/telecontrollo dell’impianto da parte del Consorzio;
  • • Impianto facilmente soggetto a furti, manomissioni o danni;
  • • Difficoltà/impossibilità di irrigazione per zone non pianeggianti (se non con l’ausilio di apposite pompe);
  • • Impossibilità di irrigazione a pioggia (se non con l’ausilio di apposite pompe).

Ulteriori informazioni sull’impianto irriguo sono disponibili nell’apposita sezione raggiungibile tramite menù.

 

impiantoI “Colatori” permettono la raccolta di tutte le acque di scolo quali piogge, scarichi autorizzati, e altri, permettendo, in caso di pioggia, di smaltire l’eccedenza di acqua che diversamente ristagnerebbe provocando gravi disagi sia urbanistici che agricoli.

I colatori consortili sono da considerarsi alla pari di un impianto irriguo, con l’esistenza di colatori principali e secondari che, in genere, raccolgono le acque meteoriche all’interno del comprensorio  per farle confluire nei fiumi.

I colatori impattano notevolmente sulle risorse umane del consorzio, necessitando di costante manutenzione per la loro pulizia sia dalla vegetazione naturale sia dal materiale di deposito che per loro natura tendono ad accumulare.

Ulteriori informazioni sull’impianto dei colatori sono disponibili nell’apposita sezione raggiungibile tramite menù.



impiantoLe “Strade consortili”, tutte asfaltate, si estendono per circa 90 km all’interno del comprensorio. Nate con la necessità di fornire un accesso a opere del consorzio, ai terreni dei consorziati o comunque a luoghi non serviti dalla rete stradale, rappresentano un’altra importante opera che il consorzio ha realizzato con il fine di bonificare il territorio. Alcune delle strade consortili, con il passare del tempo e con la trasformazione di alcune zone da agricole a civili/industriali svolgono un ruolo fondamentale all’interno dell’area urbana. Tra queste spuntano “Via Maria Pia”, “Strada Madonnella”, “Strada Campopino Ponte Schito”, “Strada Arginale Rava” e “Via Maiella”,  situata nel comune di Venafro; nel comune di Sesto Campano ci sono la“Strada Vecchia” e “Strada Esca Taverna Vecchia”; infine nel comune di Pozzilli, rivestono particolare importanza la continuazione di “Via Maiella” e quella della “Strada Arginale Rava”. Ci sono altre due importantissime strade che il Consorzio ha ceduto alla Provincia di Isernia in seguito alla trasformazione del territorio e della rete stradale: si tratta della “Strada Vecchia” (la strada che va da “Triverno” al “Ponte Reale”) e di “Via Pedemontana” (la strada che parte da “Venafro”, vicino l’ospedale, e finisce a “Roccapipirozzi”, vicino la Cava).

Ulteriori informazioni sulle strade consortili sono disponibili nell’apposita sezione raggiungibile tramite menù.

 

impiantoLa “Vasca di Laminazione” è un’opera realizzata negli anni '80 con lo scopo di controllare il fiume Volturno in caso di forti piogge, piene o alluvioni.

Situata nel comune di Colli A Volturno, in località Ripaspaccata, tale opera può essere paragonata a una grossa diga da ben 4.000.000 di m3 di acqua che può contenere e controllare eventi meteorologici naturali con la capacità di controllare il deflusso e la velocità che l’acqua in tale eventi assume.

Ulteriori informazioni sulla Vasca di Laminazione sono disponibili nell’apposita sezione raggiungibile tramite menù.

 

 impiantoLa “Minicentrale Idroelettrica”, anche se non strettamente legata alla bonifica del territorio, è forse l’opera consortile con il più alto valore aggiunto.

Tale impianto consente la produzione autonoma di energia elettrica a partire da risorse idriche che altrimenti andrebbero perse.

La minicentrale, infatti, sfrutta l’impianto irriguo del consorzio quando questo è inutilizzato, vale a dire in inverno quando non è necessario per le produzioni agricole.

A pieno regime il generatore produce ben 650 kW/h di energia elettrica che viene ceduta all’Enel ottenendo risorse economiche da utilizzare per altre opere.

La minicentrale è situata a ridosso della Vasca di Laminazione di Ripaspaccata, in un apposito prefabbricato contenente, oltre turbina e generatore, tutti gli apparati necessari al funzionamento.

Ulteriori informazioni sulla Minicentrale Idroelettrica sono disponibili nell’apposita sezione raggiungibile tramite menù.

CONSORZIO DI BONIFICA
DELLA PIANA DI VENAFRO

Indirizzo:
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Partita IVA: 8000 1650 946
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Tel. 0865 / 904215
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